3D Pesciolini iridescenti che smaterializzano e danno movimento alla staticità minimale dei supporti (Vittoria Traversa). Campi di energia cromatica sui quali si sedimentano brani duplicati di realtà, tra cronaca e paesaggio: il rituale di purificazione nel Gange, la violenza di un attentato, uno scorcio di mare
(Maria Martinelli). Ambienti sospesi, metafisici, spazi della mente in cui galleggiano inquietanti oggetti di design virtuale (Patrizia Alemanno). Sono immagini in 3D: tre dimensioni di una ricerca che coinvolge tre donne, tre giovani artiste di area barese, tutte trentenni o giù di lì. A legarle, con un sottile filo critico che scavalca levidente diversità di temi e di linguaggi, è l uso poetico di una tecnologia soft. Nessuna sudditanza alle lusinghe meraviglianti del mezzo tecnico, nessuna gara specialistica con lultimo dispositivo sul mercato. Piuttosto una leggerezza sperimentale, una dimestichezza generazionale con strumentazioni ormai alla portata di tutti e col groviglio iconico di realtà e finzione, che ne sviluppa dallinterno possibilità comunicative persino intime, esistenziali. Antonella Marino | ||